Termoli è una città antica e ricca di storia. Sebbene molte fonti scritte siano andate perse a causa dell'assalto da parte dei Turchi del 1566 terminato con un grosso incendio, parte della storia cittadina rimane scolpita nella pietra. E così, durante la breve visita a Termoli sotterranea, ciò che si può vedere sono proprio secoli di storia che si sono susseguiti e stratificati, vano dopo vano. Gli ambienti ipogei sono situati tutti sotto il Palazzo vescovile ed in parte sotto la Cattedrale ed arrivano a 5 metri sotto l'attuale livello stradale.
Il palazzo vescovile, sito accanto alla Cattedrale intitolata a Santa Maria della Purificazione, ha assunto nei secoli la doppia funzione di sede abitativa del Vescovo e di rifugio durante gli attacchi di Turchi e barbari. Seppure non si abbiano notizie dettagliate della storia precedente l'incendio del 1566, si sa con certezza che i lavori di ristrutturazione (a seguito dell'incendio ma anche di un forte terremoto avvenuto nel 1456) della Cattedrale durante il XVII secolo interessarono anche il palazzo. Ampliamenti e migliorie furono infatti apportati al fine di rendere le stanze adatte ad un ospite importante ma anche sicure in caso di assalti.
La visita inizia dal palazzo vescovile e da qui si scende, man mano, per visitare le diverse aree. Scoperte in epoche differenti e riutilizzate nei secoli per varie funzioni a seconda delle necessità, costituiscono oggi un vero e proprio viaggio nel tempo.
La prima sala in cui si entra è stata ribattezzata con questo nome dal momento che in essa sono stati trovati diversi pezzi di colonne e ornamenti provenienti dal palazzo e dalla Cattedrale. La loro disposizione suggerisce che questo fosse un vero e proprio magazzino dove ammucchiare i resti precedenti alla ristrutturazione ed i materiali da costruzione. Tra i pezzi più interessanti, oggi disposti in maniera da essere fruibili al pubblico, c'è quello che rimane di uno dei 24 gargoyle che adornavano un tempo la Cattedrale. Rimasto purtroppo acefalo, in seguito al confronto con i bestiari medievali esso sembra rappresentasse una salamandra.
Molti dei reperti presenti in questa sala, per lo più capitelli corinzi ed altri fregi architettonici, sono riconducibili a Federico II di Svevia. Il gusto federiciano infatti è ben visibile nei richiami all'arte islamica ed in alcune colonnine a base ottagonale. Queste, realizzate con la tecnica ad incastro tipica dell'architettura romana, dimostrano l'enorme conoscenza dell'architettura dell'imperatore.
Uno degli ambienti più interessanti è la cisterna. Essa si compone di un grosso vano in cui veniva raccolta l'acqua piovana con il pavimento "ad imbuto". Con questo termine ci si riferisce ad una forma stondata (come se fosse una volta a botte al contrario) al cui centro è presente un grosso foro profondo una quarantina di centimetri. La particolare forma serviva a far sì che i detriti si posizionassero tutti nel centro e che l'acqua potesse decantare, perdendo così le impurità e divenendo potabile.
Se si osservano le pareti della cisterna, si può notare ciò che rimane di un simbolo inciso: si tratta del Monogramma di Cristo come simbolo di salvezza. Elemento particolare che suggerisce che l'utilizzo della stanza sia stato dapprima quello di un luogo sicuro nel quale proteggersi durante gli assalti dei popoli invasori. Solo nei secoli successivi le pareti sono state ricoperte con uno strato di cocciopesto per impermeabilizzarle al fine di raccogliervi l'acqua.
Proseguendo la visita si giunge ad un'antica necropoli. Qui sono ben visibili i resti delle sepolture in cui i corpi venivano disposti verso est, secondo un dualismo per cui dove sorge il sole ci sarà la nuova venuta di Cristo. Sebbene si trattasse in ogni caso di persone agiate, si possono distinguere due ambienti per due diversi gradi di importanza. Le sepolture più a sud hanno infatti una disposizione "a condominio", ovvero con tre piani sovrapposti per ospitare tre corpi ciascuna. Nelle sepolture a nord, denominate tombe a cassone, i corpi sono messi individualmente, a dimostrazione del fatto che si trattava di persone di maggior rilievo. Sempre nella necropoli è presente un ossario, nel quale i corpi meno recenti venivano trasferiti per far spazio a nuovi defunti. Sebbene durante gli scavi i corpi siano stati ritrovati in ottimo stato, non vi era più traccia di alcuna oggettistica per via dell'intervento dei cosiddetti tombaroli.
Ad oggi, è ragionevole presumere che la necropoli fosse più estesa dell'area scoperta. Nuovi scavi rischierebbero però di compromettere la stabilità degli edifici superiori, specie della Cattedrale. Così, per avere qualche nozione in più, a partire dagli anni Novanta sono stati effettuati dei piccoli carotaggi da cui è emerso che la prima frequentazione dell'area è riferibile all'età del bronzo. Grazie alle stratificazioni del terreno, inoltre, è stato possibile datare i vari lavori che hanno interessato nei secoli la Cattedrale, il palazzo ed il campanile.
L'attuale Cattedrale risale al XIII secolo ed è stata eretta su una chiesa più antica. Di questa rimane traccia in alcuni mosaici, raffiguranti figure fantastiche (come sirene e strani quadrupedi) e motivi geometrici. Tutti i mosaici recuperati a partire dagli anni Trenta sono visibili nelle tre navate e nella piccola absidiola. Nella cripta della Cattedrale, inoltre, è presente un vano a base rettangolare che è stato volutamente occultato nei secoli e le decorazioni presenti sul coperchio suggeriscono che al suo interno fosse custodito un importante tesoro. Sulla base di collegamenti con gli eventi storici riferibili al periodo della costruzione della struttura, è plausibile che il tesoro fosse costituito dalle reliquie di San Timoteo.
Per accedere alla visita bisogna recarsi al palazzo vescovile presso Piazza Duomo 1, in una zona raggiungibile solo a piedi. L'ingresso costa 5€ ed il percorso è aperto dal martedì alla domenica con orario molto variabile a seconda della stagione. Per questo il consiglio è di consultare il sito ufficiale da questo link e di telefonare al 377 0944933 prima di recarvisi.
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