In questo blog vi abbiamo parlato spesso della cucina molisana, spaziando dai piatti tipici ai prodotti locali e, talvolta, delle usanze legate ad un particolare periodo dell'anno. Tuttavia, quando si parla di Molise, difficilmente il pensiero corre al vino. Eppure la produzione vitivinicola molisana è sempre più in crescita, sia per qualità sia per caratterizzazione. Ma esiste un vino molisano tipico? E quali sono le sue caratteristiche? Vi rispondiamo con una breve guida alla scoperta della Tintilia.
Il Molise è un fazzoletto di terra e, grazie alla sua posizione, ha senza dubbio assorbito dalle regioni circostanti alcune caratteristiche legate alla cultura gastronomica, al dialetto, all'arte e così via. Va dunque da sé che anche la produzione vitivinicola ha subìto l'influenza delle regioni vicine quali Campania, Puglia e Abruzzo. Allo stesso modo, il grosso della produzione vitivinicola è legato ai vitigni nazionali ed internazionali come, ad esempio, Aglianico, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Trebbiano, Falanghina e Bombino bianco. A riprova di ciò, basta considerare che tutti i vitigni elencati partecipano in parti variabili alle D.O.C. molisane.
Oltre alla Tintilia, in Molise sono presenti tre D.O.C., ciascuna legata ad una zona della regione.
Sebbene il panorama vitivinicolo includa, come si è visto, una serie di vitigni provenienti dalle regioni vicine, negli ultimi anni il Molise sta sempre più puntando sulla Tintilia.
La storia di questo vitigno, un tempo noto come Tintiglia, inizia nel 1810 quando fu introdotto in Molise dalla Spagna dall'agronomo Raffaele Pepe, fratello del patriota risorgimentale Gabriele. Da allora, è rimasto legato a piccole produzioni locali destinate per lo più al consumo da parte degli stessi produttori. Dopo aver rischiato di essere definitivamente abbandonato, è stato riscoperto e rilanciato circa un decennio fa quando, grazie al lavoro della Regione e dell'Università del Molise, è stata eseguita una mappatura genetica del vitigno. È stato così possibile attestarne le caratteristiche peculiari ed escludere l'ipotesi che lo voleva imparentato con il Bovale Grande sardo. È entrato infine a far parte delle D.O.C. molisane alla fine del 2011.
Oggi questo vitigno a bacca rossa, molto amato dai molisani, viene utilizzato in purezza in piccole produzioni di eccellenza.
Dal punto di vista organolettico, sebbene alcune peculiarità siano legate al territorio e soprattutto all'altitudine dei vigneti (per essere classificato come Tintilia D.O.C., infatti, il vitigno non può essere coltivato a meno di 200m sul livello del mare), in generale è un'uva da cui si ottengono vini di buona complessità. Non mancano i sentori floreali ma più marcatamente fruttati, con acidità sostenuta ed un tannino presente ma morbido e mai aggressivo. Nonostante il grado alcolico notevole (14 gradi circa) è un vino di facile beva che bene si abbina con i piatti tipici molisani, specie quelli a base di castrato, capretto e agnello.
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