Se avete letto il nostro articolo su come muoversi con l'auto in Molise, saprete che la regione ha due arterie principali (la Trignina e la Bifernina), alcune strade regionali e molte, moltissime strade secondarie. Una grossa fetta di queste è costituite da tratturi, ovvero quei larghi sentieri con un fondo naturale costituito di erba, terra battuta o pietre.
Ma come mai il Molise è così pieno di tratturi? Il Molise deve la larga presenza di questo tipo di strade ad una radicatissima cultura pastorale. Complice sicuramente il tipo di territorio, infatti, la pastorizia è stata da sempre un'attività estremamente importante per il sostentamento della regione.
Ricostruire una storia dettagliata della pastorizia non è un'impresa semplice dal momento che le origini di questa pratica sono antichissime. Ciò che è certo è che i primi allevatori nomadi nacquero in Oriente e da lì la pastorizia si estese dapprima nell'Europa dell'Est ed in seguito sulle coste del Mediterraneo.
Essere un pastore era molto di più che una semplice occupazione, dal momento che le attività connesse con l'allevamento degli animali, in particolar modo la transumanza, condizionavano tutti gli aspetti della vita. La pratica di muovere le greggi su lunghi percorsi era infatti qualcosa che si svolgeva due volte l'anno, portando i pastori a spostarsi dalla collina verso la pianura durante i mesi invernali e a svolgere il percorso contrario durante i mesi estivi.
E così, di anno in anno, diversi uomini con al seguito numerose greggi si muovevano sugli stessi tratti sfruttando le vie naturali presenti nel territorio. Vie che nel tempo si sono consolidate diventando veri e propri sentieri.
Poiché nel Medioevo la pastorizia era fondamentale per l'economia, i vari regnanti iniziarono a tutelarla attraverso una serie di leggi. Un primo esempio fu l'atto con cui, nel XII sec. il re Guglielmo I il Malo concesse una serie di privilegi per favorire la transumanza nelle zone pianeggianti dell'Appennino.
La grande riforma, tuttavia, arrivò nel 1447. Sulla scia di quanto era avvenuto in precedenza nella Castiglia, dove il re Alfonzo X aveva emanato una serie di norme per delimitare la rete di tratturi lungo la quale i pastori potevano viaggiare in sicurezza a fronte del pagamento di un pedaggio, nella penisola italica il re aragonese Alfonzo I creò la Dogana della Mena delle Pecore in Puglia. Il provvedimento, che era principalmente di carattere fiscale, rappresentò tuttavia un miglioramento delle condizioni di vita dei pastori transumanti. Primo fra tutti i vantaggi fu certamente quello di garantire percorsi sicuri lungo i quali il controllo da parte delle guardie limitava il problema dei furti di bestiame.
La Dogana della Mena introdusse anche una serie di termini utili per distinguere i ruoli dei lavoratori e i gruppi di bestiame. Fu così, ad esempio, che il termine gregge venne utilizzato per riferirsi a gruppi di 2.000 pecore suddivisi in:
Con il termine morra, invece, ci si riferiva a gruppi più piccoli, organizzati secondo le stesse proporzioni del gregge ma costituiti da un minimo di 200 ad un massimo di 370 capi. Quanto ai ruoli dei lavoratori, furono ufficializzati termini come:
Grazie alla riforma introdotta dagli Aragona, il mestiere della pastorizia fu dunque definito e tutelato in tutti i suoi aspetti. Fu così che si creò una vera e propria rete viaria tra Abruzzo e Puglia che attraversava completamente il Molise, dando una grossa spinta all'economia della regione.
Sebbene oggi l'attività dei pastori sia notevolmente diminuita, secoli di transumanza hanno lasciato in Molise una fitta rete di tratturi. Fra i più importanti sono certamente da citare:
Ad oggi i tratturi rappresentano sicuramene una parte interessante e caratteristica del territorio e, seppure rendano difficoltoso girare la regione con l'auto o con il treno, sono ideali per gli amanti del trakking e delle gite a contatto con la natura. A questo si aggiunga che non è difficile imbattersi in mandrie di animali con i loro pastori, in grado di catapultare il visitatore in quel luogo senza tempo che per molti versi il Molise è.
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